Ho una passione per i mosaici. Ogni volta rimango stupito di come ogni tessera abbia il suo posto, e come ci sia un posto per ogni tessera.
A dir il vero, ho sempre dimostrato una mente sistemica, interessata al disegno d’insieme piuttosto che ai singoli dettagli. E ancora non smetto di essere affascinato dal perché profondo che sta dietro le cose, e tutte le avvince.
All’inizio fu l’incontro “fortuito” con la Medicina Classica Cinese: un fulmine a ciel sereno! I Cinque Elementi, in particolare. Tanti anni fa ormai…
Mi ritrovai immerso in un quadro di riferimento millenario che ragionava come me: per interrelazione di fattori. Spiegava l’essere umano nel mutuo rapporto fra le sue componenti fisiche, emotive e mentali, nonché inconsce, prenatali e genealogiche, sinanche ambientali (cibo, clima, pianeti). Non solo forniva appunto una spiegazione, ma soprattutto offriva modalità di intervento precise e potenti per i varî disturbi, grazie ai Meridiani Energetici.
Pressione dopo pressione, stiramento dopo stiramento sperimentai che un “banale” mal di schiena a volte non era “solo” un dolore ai lombi da sciogliere. Poteva invece esprimere un momento di profonda insicurezza che la persona stava attraversando. Altre volte, rispecchiava un carattere del tipo: «Ho troppo da fare! Non mi posso fermare mai.» Altre volte ancora, dava addirittura conto di un forte disagio vissuto dalla madre durante la gestazione del Cliente stesso. E ogni volta, diverse tecniche applicabili su diversi sistemi di Meridiani.
Cominciai dunque a parlare con i Clienti a margine delle sedute Shiatsu. Da una parte, per spiegare la loro situazione con la chiave di lettura proposta dalla Medicina Cinese; dall’altra parte, per capire se e come loro ci si ritrovassero e quindi cosa poter eventualmente fare.
Così procedendo, arrivò un risultato inatteso. Di norma, infatti, lo Shiatsu seda i disturbi della persona poiché ne riequilibra il sistema psico-fisico. In sostanza, libera energia nel Cliente. È proprio lo sbocco di energia tramite il tocco a indurre tale riequilibrio. D’altronde, discutere la lettura cinese circa la situazione della persona sgombrava la sua mente da parecchi preconcetti, offrendole spunti di riflessione a cui mai aveva pensato. Si creava una sorta di “spazio mentale” assieme a nuove opportunità di intervenire sul piano pratico. Ecco che allora – quasi magicamente – parte di quell’energia liberata dal Trattamento fluiva in questo “spazio mentale” sotto forma di una motivazione superiore a modificare per davvero le abitudini di vita e pensiero che stavano alla radice dei disturbi lamentati dal Cliente stesso. Il Cliente si ritrovava con una “marcia in più”: meno dolore, più motivazione, nuove prospettive.
Insomma, Shiatsu e dialogo funzionavano meglio assieme che singolarmente, dandosi forza a vicenda.
Tuttavia, mancava ancora un tassello. Mi mancava un metodo sistematico per tradurre quella “marcia in più” in un piano d’azione che, passo dopo passo, conducesse il Cliente con più sicurezza verso il successo. Specializzarmi in Coaching è stata la soluzione.
Trovo che il Coaching risulti in assoluta sintonia con un approccio energetico alla persona. Per esempio, quando prendo la mano di un Cliente, essa può decidere di comunicare con me o meno (a livello energetico, s’intende!). Ma, se lo fa, di una cosa son certo. Che lì troverò tutte le informazioni di cui ho bisogno, anche riguardo al suo piede, se voglio: non ho necessità di andarle a cercare altrove. È la cosiddetta proprietà olografica del campo energetico. Allo stesso modo, il Coaching, seguendo il pensiero di Socrate, parte dall’assunto secondo cui la persona già cela dentro di sé le risposte che sta cercando: occorre “solamente” che qualcuno gliele “tiri fuori” con le opportune domande. Il Coach, difatti, non dirà mai al Cliente: «Fa’ così che è meglio!».
Inoltre, l’orientamento di fondo del Coaching – che è conseguire un risultato facendo leva sul potenziale del Cliente – trova una forte sponda proprio nella lettura che la Medicina Cinese può offrire della persona. La costituzione fisica, la forma di viso e mani, il timbro della voce, l’andatura… Nulla è casuale, ma ciascun fattore è esattamente così in quanto espressione di limiti e risorse che il Cliente ha vissuto. Perfino la sua data di nascita “parla” dei talenti che si è scelto quando è venuto al mondo! E come la “lettura cinese” del Cliente àncora il processo di Coaching a chi davvero tale persona è nel profondo, così il processo di Coaching àncora la lettura energetica alla realtà. Cioè, fornisce al Cliente un metodo sicuro e collaudato affinché lui trovi da sé un piano d’azione efficace verso il proprio benessere, mettendo bene a frutto quella “marcia in più” di cui parlavo prima.
E praticando Coaching, ho potuto anche notare come nulla cambi quando il Cliente in prima battuta mi porta una questione non-fisica. Vale a dire, arriva alla prima sessione con un tema per il quale non servirebbe un Trattamento Shiatsu in senso stretto. Chessò, un dissidio nella relazione genitore-figlio… Lo Shiatsu attiva sempre quella “marcia in più” che il dialogo da solo non ha. Il Coaching, d’altronde, attiva quella consapevolezza che il Trattamento da solo non ha, e canalizza la “marcia in più” in azione proficua. Che poi in questo caso il rapporto fra sedute di Shiatsu e sessioni di Coaching sarà di 1 a 10 è probabile. In altri casi, invece, il rapporto sarà invertito, oppure al 50%: dipende ovviamente dalla problematica che si affronta.
Comunque, la sinergia tocco-parola può fare una sensibile differenza. E tale sinergia è ormai ciò che contraddistingue e caratterizza il mio operare, tanto da avermi spinto a strutturarla in un metodo di lavoro che ho chiamato – manco a dirlo! – Il Mosaico Personale
Ecco dunque la mia esperienza ad oggi. Vedremo cosa porterà il domani: la Vita riesce spesso a sorprenderci…