Fare il Coach significa essere una guida, stimolando il potenziale già presente nel Cliente, affinché questi realizzi un futuro desiderato.
Il Coach è un professionista che ha superato un severo percorso formativo, onde padroneggiare un metodo di lavoro sistematico e collaudato.
Tuttavia, non è uno psicologo, né uno psichiatra. Perciò, non può trattare persone affette da patologie.
Il Coach è invece un partner alleato del Cliente: lavora assieme a lui, sviluppandone motivazioni, risorse e prospettive.
Perché al centro delle sessioni c’è il Cliente, non i problemi suoi.
Il Coach anzitutto ascolta. Sembrerà banale; non lo è affatto, giacché siamo tutti abituati ad ascoltare per rispondere, non per capire.
Il Coach pertanto ascolta, e mettendo da parte il suo punto di vista personale sulle cose. Ascolta ogni volta come fosse la prima volta: ciò che il Cliente dice a parole, ciò che al contrario omette, ciò che esprime col corpo…
Il Coach dunque ascolta, ma ascolta per fare domande a cui il Cliente solo potrà dare risposte. E ascolta per fare le domande giuste, che spingano il Cliente a dare risposte inaspettate, finanche scomode.
Poiché questa è la strada per trovare soluzioni nuove e originali ai problemi.
Il Coach inoltre riassume, parafrasa, riformula ciò che il Cliente ha raccontato, evocando analogie se necessario. In altri termini, il Coach offre un feedback obiettivo al Cliente, per mostrargli aspetti di sé che lui stesso, da solo, non riesce a vedere.
Il Coach comunque non dà risposte, né fornisce soluzioni: è stretto compito del Cliente trovarle, essendo lui solo il responsabile delle proprie scelte e dei propri successi.
Viceversa, il compito del Coach è aiutare il Cliente a:
- identificare obiettivi ambiziosi ma praticabili
- guardare con sincerità le esperienze passate
- vagliare bisogni, valori e credenze di fondo
- generare alternative d’azione valide quanto inconsuete
- mettere nero su bianco un piano che, passo dopo passo, porti quegli obiettivi ad essere realtà.